Nel vangelo proclamato nel giorno di pasqua (Gv 20) non sfugge la dinamicità del racconto. Tutto si svolge all’interno di una ‘corsa’: Maria che di buon mattino si reca al sepolcro di Cristo e che poi ‘di corsa’ raggiunge Pietro a riferire che il corpo non c è più; quest’ultimo che con l’altro discepolo inizia la corsa verso il sepolcro vuoto. Insomma il primo ‘giorno della settimana’ non dovette essere affatto sereno vista la dinamicità del racconto evangelico.

D’altra parte l’esperienza insegna che si corre per fuggire o per trovarsi: la vita è davvero un ‘esodo dal buio alla ‘luce’ spesso segnato dalla fretta. Si è smarrito qualcosa di fondamentale che rende inquieti cercatori. In un certo senso nel ‘buio’ del dolore, dell’insoddisfazione, del tradimento, della fragilità, del peccato… ci si cerca per trovarsi nella ‘luce’ della speranza. In qualche modo in quella corsa evangelica è raccontata qualcosa della nostra ricerca inquieta, l’unica che può dare spessore e sapore al nostro esistere…nonostante tutto. Auguri