Sabato 23 novembre, nei locali dell’I.T. “L. Di Maggio” di San Giovanni Rotondo è stata organizzata una giornata di approfondimento sui temi della disabilità, movimento fisico e sport. Realtà decisive per favorire nei giovani la maturazione di processi d’integrazione, ma anche un’occasione per sondare il livello di sensibilità sociale della comunità locale. All’evento hanno partecipato autorità politiche, scolastiche, del mondo dello sport e, soprattutto, alcuni atleti diversabili come Piero Rosario Suma, attualmente primo nella classifica nazionale di badminton, e la sangiovannese Nunziapia Scaramuzzi, che ha praticato le discipline del nuoto, della scherma e dell’handbike.

I lavori si sono aperti con il saluto del Dirigente Scolastico, il prof. Rocco D’Avolio, che si è soffermato sul processo che simili percorsi virtuosi devono poter innescare: «Riflettere sul rapporto tra sport e disabilità significa crescere nella convinzione di dover andare sempre avanti. Chi vive una condizione di disabilità – ha detto – non dev’essere lasciato solo. E’ necessaria la collaborazione di tutti, e quindi anche quella tra scuola e contesto sociale». Ha fatto seguito una dimostrazione pratica, nella palestra dell’Istituto, di un incontro di badminton, dando così la possibilità, anche ad alcuni alunni, di constatare quanto sia difficile gareggiare stando seduti su una sedia a rotelle.

Di particolare rilievo la Conferenza che si è tenuta successivamente nell’Aula Magna, moderata dal prof. Giovanni Rubino, docente di Scienze Motorie della Scuola, è stata resa particolarmente interessante dalla testimonianza offerta dai diversi atleti paralimpici invitati ad intervenire. E’ stata questa l’occasione per permettere all’atleta pugliese Piero Rosario Suma di raccontare il suo passaggio dalla disciplina del lancio del disco, del peso e del giavellotto al badminton, lo sport che attualmente pratica e che gli sta dando grandissime soddisfazioni. Un percorso che ha comportato grandi sacrifici fisici e ha richiesto tanta forza di volontà. Suma ha testimoniato ai nostri giovani l’importanza di mettersi in gioco, la capacità di educarsi alla disciplina del proprio corpo, crescendo e maturando sempre nell’autostima malgrado le difficoltà e gli ostacoli che la vita quotidianamente pone lungo il nostro cammino.