Da anni Pietro Paolo Mascione, già legato a combattere la camorra in Campania, cerca “complici” per portare la stessa lotta a Foggia

Se l’unione fa la forza, unire l’esperienza e il coraggio di un testimone di giustizia alla volontà di un poliziotto che fa della lotta alla mafia una missione di vita, crea la sinergia giusta per studiare e smantellare la macchina mafiosa.

Pietro Paolo Mascione ha incontrato a Foggia Luigi Leonardi, imprenditore campano il quale ben 19 anni fa denunció i suoi estorsori quando iniziarono a chiedere il pizzo alla sua attività di illuminazione. Strozzato dalle assurde richieste, Leonardi decise di non abbassare la testa e di denunciare tutto ai carabinieri.

Da questo atto di coraggio scaturirono ben 81 condanne in via definitiva  per un totale di 800 anni di reclusione. Nel 2008 Leonardi denunció altre 10 persone. Nel frattempo era sotto scorta in quanto testimone di giustizia. Di queste solo tre vennero condannate e Leonardi venne definito ‘persona poco attendibile’, poi saltó fuori un lontano parente definito “delinquente” e improvvisamente la magistratura, la stessa che avrebbe dovuto proteggere il testimone di giustizia, gli si rivoltó contro e lo etichettó Leonardi come ‘collaboratore di giustizia’, appellativo che prevede che lo stesso sia un mafioso pentito.

Leonardi però era solo un imprenditore coraggioso che aveva fatto arrestare gli uomini del clan Russo di Nola e che all’improvviso venne visto dallo Stato come un delinquente. Da 8 anni vive sotto scorta per ‘gravi ed imminenti pericoli di vita’, tiene seminari nelle scuole sulla legalità insieme a don Maurizio Patriciello, il prete anti-camorra.

Durante l’edizione 2023 del premio Paolo Borsellino, Luigi Leonardi ha conosciuto Pietro Paolo Mascione, presidente nazionale dell’associazione ‘Invisibili’. Tra i due, oltre all’amicizia, è nata una collaborazione diretta tra Campania e Capitanata. Un modo per portare tra la gente l’idea di legalità che, molto spesso, viene abbandonata per subire la più aggressiva illegalità che diventa terreno fertile per far radicare le organizzazioni mafiose.

(fonte Foggiatoday.it)